CNA Lombardia agli Stati generali del Patto per lo Sviluppo

Giovanni Bozzini interviene agli Stati Generali del Patto per lo Sviluppo

CNA Lombardia agli Stati generali del Patto per lo Sviluppo

Il nostro presidente Giovanni Bozzini ha partecipato oggi – venerdì 20 ottobre 2023 – agli  Stati Generali del Patto per lo Sviluppo di Regione Lombardia, il tavolo istituzionale dove tutti i principali stakeholder del sistema lombardo si confrontano sulle manovre da mettere in atto per sostenere imprese, lavoratori dipendenti o autonomi, famiglie, enti territoriali.

Il testo dell’intervento.

 

Caro Presidente, Cari Assessori, gentile Staff dirigenziale

è per CNA Lombardia e i suoi soci motivo di particolare apprezzamento l’impegno costante di Regione Lombardia, anche in vista dell’assestamento di Bilancio, a mantenere invariata la pressione fiscale di competenza. E’ un orizzonte di certezza comunque importante in un quadro fatto di luci e di ombre, con qualche sfumatura autunnale un poco più preoccupante.

Trasporto pubblico locale, capillarità territoriale degli investimenti sanitari, mantenimento, complicato ma indispensabile, di accettabili investimenti di bilancio sulla competitività del comparto produttivo. Uno sforzo particolare sull’accesso al credito.

In questa fase di avvicinamento alla Manovra Finanziaria del Governo, CNA Lombardia ritiene urgente sviluppare una lobby condivisa con tutti gli stakehokders regionali lombardi su alcuni temi dell’agenda politica.

  • In prima battuta appare decisivo introdurre efficaci provvedimenti per sanare lo spinoso ed irrisolto tema dei crediti incagliati da Superbonus. Lo stratificarsi dell’agenda politica non autorizza a dimenticarsi dei problemi ancora inevasi.

 

  • Resta una grande opportunità il via libera di Bruxelles all’inserimento nel PNRR degli investimenti sull’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili: per noi si tratta naturalmente di installare fotovoltaico sui capannoni. 800 mila unità immobiliari, almeno 200 mila imprese da coinvolgere, 400 milioni di metri quadrati su cui lavorare. In tal senso, l’annuncio del Governo, per bocca del Ministro Urso, di un possibile investimento pari ad un 1,5 miliardi di euro, è una risposta positiva al lavoro della nostra Confederazione nazionale.

 

  • Siamo pronti a portare il nostro punto di vista alle forze politiche che a livello regionale ci stanno invece sollecitando in materia di salario minimo, all’interno evidentemente di un confronto nazionale in cui la nostra Confederazione sta facendo la sua parte. Un tema di cui riconosciamo la rilevanza ai fini della coesione sociale e dello stimolo della domanda interna. Crediamo fermamente che il documento conclusivo che il CNEL ha consegnato nei giorni scorsi alla Presidente del Consiglio Meloni possa costituire un punto di partenza per il concreto rafforzamento della contrattazione collettiva e del ruolo delle parti sociali, vero pilastro di quella mediazione sociale ed economica in cui si potranno tenere insieme produttività, crescita salariale, incremento degli strumenti di welfare integrativo a favore dei lavoratori.

 

  • Sulle prospettive di crescita delle PMI lombarde continuano a pesare, sia la marcia della BCE sui tassi di interesse sia la recessione tedesca. La discesa dell’inflazione è stata tangibile all’inizio dell’operazione di Christine Lagarde. Ora è più lenta e rispetto ai vantaggi rischiamo di percepire più gli effetti recessivi del rialzo dei tassi.

 

  • Se guardiamo alla nostra base associativa, è urgente favorirne sempre di più l’innovazione tesa alla sostenibilità e all’economia circolare, anche con voucher mirati alla redazione di un consapevole bilancio di sostenibilità. E’ per noi di particolare rilevanza che l’assessorato Sviluppo Economico di Regione Lombardia dia continuità e vigore all’intelligente politica avviata sulle filiere produttive, premiando investimenti aggregati entro soglie accessibili alla piccola impresa diffusa. E proprio sulle filiere produttive lombarde al momento si stanno mobilitando nella nostra base circa 40 imprese per un complessivo investimento in sinergie ed innovazione di circa 1.5 milioni di euro. Naturalmente, come noto e come ovvio, sui lavori della filiera dedicata alle comunità energetiche gravano le incertezze nazionali normative e di policy sul tema.

 

  • Sempre a Regione Lombardia Cna Lombardia chiede infine due forti azioni di lobby a favore del territorio. La prima riguarda la neutralità tecnologica in seno al settore automotive che conta 13 mila imprese lombarde e 55 mila lavoratori coinvolti. Da sempre diciamo che la sostenibilità è un fine che si raggiunge non bandendo i motori termici ma miscelando più tecnologie (con un posto centrale ma non esclusivo per l’elettrico) senza dogmatismi. La seconda azione riguarda l’autonomia. Da 22 anni la riforma del Titolo V giace inattuata. Tutte le forze politiche hanno il dovere di ricordare che autonomia significa libertà e responsabilità e che l’efficienza e l’efficacia sono fattori di unità nazionale e non di frazionamento del Paese. Diciamo che tale consapevolezza dovrebbe permeare forze politiche di entrambi gli schieramenti e tutti i livelli istituzionali che, a prescindere dal segno politico di riferimento, sono chiamati a fare gli interessi del territorio.

 

  • Ci accingiamo infine ad affrontare, accanto alla contrattazione collettiva nazionale, la ripresa della contrattazione regionale. La nostra volontà è di darle corpo e sostanza, pur considerando gli inevitabili impatti della recessione tedesca, dell’inflazione e del rialzo dei tassi sulle prospettive di investimento delle imprese.

 

  • E’ per noi urgente e non più rinviabile acquisire un orizzonte di certezza normativa sulle Comunità energetiche. Da ormai due anni, anche dietro stimolo di Regione Lombardia e della legge approvata nel febbraio 2022 sul tema, abbiamo pianificato progetti ed investimenti. Ad ora tutto langue in attesa della regolamentazione attuativa delle CER. A noi risulta che Regione abbia fatto la sua parte, mentre i colli di bottiglia sono altrove, ad altri livelli istituzionali, nel confronto tra Roma e Bruxelles. Siamo quindi pronti a fare la nostra parte in una lobby condivisa sul tema.