CNA Lombardia al Patto per lo Sviluppo: “Regole condivise Regione – Governo, al momento misure economiche troppo deboli. Le banche facciano il loro lavoro”

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CNA Lombardia al Patto per lo Sviluppo: “Regole condivise Regione – Governo, al momento misure economiche troppo deboli. Le banche facciano il loro lavoro”

Ha avuto luogo oggi l’ incontro con gli Stati Generali – Patto per lo Sviluppo di Regione a cui ha partecipato anche CNA Lombardia.

Questi i punti sollevati da CNA Lombardia nell’odierna riunione del Patto per lo Sviluppo in presenza del Presidente Attilio Fontana, divisi per tema:

Riaperture

Occorre un superamento delle griglie, troppo rigide e vetuste, dei CODICI ATECO, e spostare l’asse sulle filiere produttive e sulla struttura dell’economia reale.

È necessario puntare non tanto sul CHI (chi può riaprire, chi no) ma sul COME (distinguendo fattori di rischio BASSO, MEDIO, ELEVATO, MOLTO ELEVATO), investendo molto sulle regole sanitarie, da condividere tuttavia con il Governo per evitare un proliferare frammentario di regolamentazioni Regione per Regione.

È necessario che Regione intervenga con risorse proprie e con una regìa organizzativa per la messa a disposizione di dispositivi di protezione individuale, perché non si riescono a reperire e non è accettabile non riuscire ad operare per la mancanza di beni che dovrebbero essere essenziali e prodotti sul territorio (il fatto che non lo siano evidenzia i limiti di una globalizzazione non governata).

Ci sono larghi strati di “popolazione e imprenditorialità” artigiana che sarebbero già in condizioni di riaprire senza rischi: sono gli autonomi, gli imprenditori individuali, le micro imprese con botteghe situate nell’immediata prossimità della propria abitazione, e in grado spesso di disperdersi fisicamente in capannoni ampi con un numero davvero ridotto di persone.

 

Pacchetto economico anticrisi basato sul credito

Quanto proposto dall’Assessore Mattinzoli, al quale vanno i nostri auguri più sentiti, è utile, è un primo passo, ma siamo ancora lontani da ciò che servirebbe:

  1. Non basta agire sulla garanzia e sulla controgaranzia, perché in questa logica il potere regolatore dei rubinetti della liquidità resta incentrato sul ruolo delle banche e dei loro finanziamenti, e le banche ad ora, purtroppo, non stanno rispondendo alla chiamata del Decreto Liquidità del Governo;
  2. La controgaranzia Finlombarda rischia di essere percepita poco dal mondo bancario vista la garanzia statale del Fondo Centrale, già disponibile;
  3. I finanziamenti, pensando anche alle misure costruite da Regione in accordo con il sistema camerale, vanno allungati sul terreno dei tempi di ammortamento (oltre i 3 mesi), perché le imprese vivranno un ripresa lenta, graduale, e rischiano quindi di non riuscire a sopportare i costi di ammortamento;
  4. Regione Lombardia potrebbe cercare, insieme al sistema camerale, di colmare invece il grande vuoto dell’intervento del Governo in termini di erogazione di liquidità alle imprese “in conto capitale” e “a fondo perduto”;
  5. Stanno emergendo pratiche sleali nella catena dei pagamenti, con una tendenza a scaricare sulle micro e piccole imprese fornitrici problemi di liquidità delle imprese clienti. Sarebbe opportuno vincolare l’accesso alle misure pubbliche di supporto alla liquidità alla certificazione, da parte dei beneficiari, di aver onorato gli impegni finanziari e contrattuali con i fornitori.

 

In sintesi, chiediamo più risorse, erogate in modo più automatico, laddove possibile a fondo perduto, come hanno fatto altre grandi competitor europei della Regione Lombardia.

Se pensiamo alla Lombardia, a ciò che rappresenta, un intervento in Accordo di Programma Regione – Sistema camerale per un ammontare di 11.600.000 euro (9.100.000 Camere di Commercio, 2.500.000 Regione) risulta troppo esile.

Purtroppo anche le valutazioni di impatto del pacchetto credito, misurato in un target di 6.500 imprese e in un obiettivo di 400 milioni di euro di finanziamenti mobilitati, sembrano testimoniare quanto si sia lontani dalla portata del fabbisogno economico di un tessuto economico diffuso e importante come quello della Regione Lombardia.