
Decreto rilancio: “Cari soci, il Governo ha dato spazio a molte richieste di CNA, ma non siamo nemmeno a metà dell’opera
Caro socio,
Ci troviamo in questi giorni a commentare un altro decreto del Governo, il Decreto Rilancio, illustrato dal Presidente del Consiglio pochi giorni fa. Più di 250 articoli per oltre 400 pagine. Un testo complesso, uno sguardo articolato che abbraccia davvero di tutto.
Sulla sanità dobbiamo riconoscere uno sforzo significativo: 3.500 posti in più in terapia intensiva, 4.200 in terapia semi intensiva. Un doveroso atto di “attrezzatura materiale” del Paese di fronte al rischio, che abbiamo seriamente corso, di un collasso del comparto sanitario, in particolare ospedaliero. Diciamocelo: gli angeli veri della sanità, medici ed infermieri, meritano questa attenzione.
Positivo il capitolo dedicato allo sblocco dei piccoli cantieri, così come la scelta di erogare contributi a fondo perduto (non sarebbe stato male prevedere un principio di proporzionalità tra intensità d’aiuto e grado di diffusione del virus sul territorio, creando delle classi geografiche), la cancellazione della rata Irap a giugno, lo slittamento delle imposte a settembre, il supporto al pagamento di bollette e affitti e una cassa integrazione estesa a nove settimane (il Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato si è rivelato lo strumento più performante nei pagamenti delle casse integrazioni in questa fase, sottratto per fortuna alla non sempre felicissima interlocuzione tra Regioni e INPS).
Di un certo interesse è il credito d’imposta per la messa in sicurezza delle imprese e il loro adeguamento strutturale alle regole Covid della fase 2, mentre in termini di politica industriale anche la capitalizzazione delle medie imprese da parte dello Stato può costituire un intervento dotato di una certa lungimiranza.
Possiamo dirlo: in teoria, con il Decreto Rilancio, il Governo ha realmente dato spazio a molte delle richieste avanzate a nome delle imprese da CNA.
Tuttavia continuiamo a tremare e a coltivare un forte senso dell’urgenza. Con l’annuncio e il testo del Decreto, non siamo nemmeno a metà dell’opera. Si tratta ora di metterlo in atto con rapidità, oppure anche questa volta gli annunci si mangeranno i fatti, come accaduto in parte per il Cura Italia e il Decreto Liquidità, già vittima delle normative e delle burocrazie bancarie.
C’è tuttavia soprattutto un aspetto del decreto su cui non voglio, non devo sottrarmi. Mi riferisco al corposo e principale strumento per esercitare una leva importante di sblocco dell’impasse economica: la parte riguardante sisma bonus ed ecobonus.
Fummo proprio Noi, Noi di CNA, a promuovere presso l’allora Governo Prodi (era il 1998) il sistema della detrazione del 36%. Ne osserviamo con piacere l’innalzamento fino all’attuale soglia percentuale.
Bene coltivare la filiera delle costruzioni con un occhio lungimirante al filone green. Ma attenzione a non accompagnare con cura e attenzione le imprese chiamate poi, a valle della filiera, a realizzare questi interventi: i nostri artigiani, serramentisti, impiantisti, elettricisti, edili, sempre in collaborazione con i tecnici del mondo delle professioni ordinistiche e non.
Scriviamo una norma coraggiosa, certo, ma non incurante delle micro e piccole imprese che non possono essere sacrificate come anello debole della catena.
La dignità del lavoro e della professionalità artigiana non è un bene cedibile.
Vorrei infine testimoniare un profondo disagio per l’incertezza del coordinamento istituzionale tra Regioni e Governo. Questo continuo proliferare di ordinanze regionali non ci aiuta, come non aiuta le nostre imprenditrici e i nostri imprenditori sapere le cose in extremis, come sulle riaperture del 18 maggio.
Resta in ogni caso centrale, malgrado un rassicurante comunicato dell’Inail, la preoccupazione per la classificazione del contagio da Covid come infortunio sul lavoro. Sarà davvero possibile e praticabile rispettare tutti i protocolli allo studio?
Si tratterà comunque sempre di dimostrare l’estraneità dell’imprenditore alla meccanica del contagio?
Anche noi potremmo contrarre il Covid. Chi ci risarcisce?
Faccio mie le preoccupazioni di molti di Noi, caro socio.
Eppure nel cuore e nella mente serbo ferma la convinzione che insieme, in CNA, ritorneremo a fare impresa ancora più forti di prima.
Un caloroso abbraccio,
Daniele Parolo
Presidente CNA Lombardia