
“Sono settimane intensissime, che cerchiamo di vivere al vostro servizio. A te, caro socio, chiedo di aiutarci ad aiutarti” – Lettera del Presidente ai soci
Caro Socio,
da poco ha avuto inizio il secondo mese di emergenza sanitaria. Il 24 febbraio veniva ufficialmente definita la Zona Rossa di Codogno: non si entrava, non se ne usciva: persone, imprese. Un fatto al quale ci siamo dovuti abituare, in un’escalation di provvedimenti di cui faccio un elenco, forse parziale ma significativo:
- 23 febbraio 2020, n. 6 «Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19»
- 2 marzo 2020, n. 9 «Misure urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19»
- 8 marzo 2020, n. 11 «Misure straordinarie ed urgenti per contrastare l’emergenza epidemiologica da COVID-19 e contenere gli effetti negativi sullo svolgimento dell’attività giudiziaria»
- 9 marzo 2020, n. 14 «Disposizioni urgenti per il potenziamento del Servizio sanitario nazionale in relazione all’emergenza COVID-19»
- 17 marzo 2020, n. 18 «Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19»
Con il DPCM attuativo del 22 marzo 2020 vengono imposte ulteriori restrizioni sull’intero territorio nazionale. Nel mezzo, l’ordinanza 514 di Regione Lombardia, del 21 marzo; da ultimo, il decreto firmato dal Ministro Patuanelli la sera del 25 marzo.
Misure importanti, per certi versi inevitabili, e tuttavia varati in un singolare deficit di coordinamento tra Governo e Regioni, dentro una metodologia burocratico-amministrativa che purtroppo fatichiamo a scrollarci di dosso.
CNA ha, fin dal principio, intrattenuto un fitto dialogo con tutti i livelli di governo del Paese, cercando di stimolare provvedimenti chiari, lucidi, razionali, ordinati, in grado di cercare ogni volta un equilibrio virtuoso tra il contrasto alla grave emergenza sanitaria e l’esigenza di non chiudere totalmente le imprese, di non spegnerne totalmente il motore, pur nella consapevolezza di doverlo far andare per un po’ “al minimo”, nell’interesse della salute di tutti.
Fa davvero male pensare a quanto questo virus vigliaccamente abbia colpito le tre regioni – locomotiva del Paese.
Abbiamo ottenuto, dal Governo e da Regione, di consentire alle imprese obbligate al fermo almeno qualche giorno di tempo (fino al 25 marzo sera le imprese sospese con il decreto del 22 marzo, fino al 28 quelle sospese con il decreto Patuanelli del 25 marzo) per perfezionare la sospensione delle attività e spedire le merci in giacenza.
In questi momenti difficili, io stesso faccio quello che molti di noi artigiani fanno: finanzio la sopravvivenza dell’impresa con risorse mie personali. Noi in Lombardia facciamo così: onoriamo gli impegni, lavoriamo silenziosi, ci mettiamo del nostro, come nella grande crisi del 2008.
Sono davvero tante le imprese che rischiano di non farcela. Abbiamo quindi attivato pressioni su Governo e Regione per assicurare sollievo e liquidità: la proroga dei versamenti al 31 maggio è stato un primo segnale, ma abbiamo chiesto anche in queste ore al Parlamento di togliere il limite di fatturato dei 2 milioni di euro, e di farlo anche per un territorio incredibilmente colpito dalla crisi come Brescia! Sarebbe ottuso e burocratico non vedere che Brescia sta ormai soffrendo come Bergamo, come Cremona, come prima ancora la Zona Rossa di Codogno.
Già nei giorni scorsi abbiamo scritto a Regione per la sospensione del bollo e per la riduzione / sospensione delle addizionali regionali – e la Regione in tal senso ha adottato una delibera nei giorni scorsi. Oggi abbiamo rivolto un invito a tutti i Gruppi politici del Consiglio regionale a lavorare per creare fondi per il supporto alla liquidità delle imprese, anche piccoli tagli tra i 5 e i 10 mila euro, valorizzando dove possibile i Consorzi fidi ed agendo come aggregatore di istituti di credito per aiutare davvero famiglie ed imprenditori.
Un mese fa si parlava di una maxi – operazione di acquisto da parte di un primario gruppo bancario italiano nei confronti di un altro importante istituto di credito. Ebbene, penso che se c’erano così tante risorse per fare un’operazione di quella portata, ve ne siano anche per investire sulla sopravvivenza dell’economia lombarda.
Abbiamo chiesto a Regione di integrare il contributo delle 600 euro per gli autonomi con risorse proprie: rendiamo questo contributo pari almeno all’importo del reddito di cittadinanza! Siamo in questo senso in pressing sul Ministero dell’Economia per evitare la procedura, iniqua, di un grande click day.
Vorrei richiamare inoltre il grande ruolo di polmone per gli ammortizzatori sociali giocato da FSBA, il Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato, che sta già supportando l’economia in termini massicci. Investire nella bilateralità in tempi ordinari la aiuta ad essere pilastro anti-crisi in momenti straordinari.
Sono settimane intensissime, che cerchiamo di vivere al vostro servizio. Con il Segretario regionale, i funzionari regionali, tutto il grande team del sistema lombardo e territoriale della CNA, i Presidenti, i Direttori, i dipendenti e i collaboratori delle nostre strutture.
Quante ore al telefono, a cercare di limare e suggerire, a leggere ed interpretare bozze, in vista della costruzione di buone politiche per un momento così emergenziale.
Devo ringraziare davvero il sistema CNA, dal Nazionale, al Regionale, ai Territori. Grazie soprattutto a Voi soci, per l’attenzione, l’ascolto, anche le critiche, i suggerimenti.
Pensiamo con orgoglio al grandissimo cuore dei nostri impiantisti, e non solo, nel rendersi disponibili a titolo gratuito per la costruzione dell’ospedale presso Fiera Milano: un elenco di imprese che ogni giorno allarghiamo e sottoponiamo allo staff di Bertolaso.
Ma ci riempie di fierezza anche la creazione di una sinergia tra CNA e Confindustria, nella filiera moda, per la produzione di mascherine per il sistema sanitario. Quanto sono grandi le nostre piccole imprese.
E’ la testimonianza di come il modello della filiera e delle imprese diffuse sul territorio resti profondamente attuale: dobbiamo andarne fieri.
Alla politica dobbiamo allora chiedere di ricordarsi, quando legifera, di chi nelle difficoltà si è rimboccato le maniche e ha dato una mano al Paese! A partire, naturalmente, dal personale del sistema sanitario.
Al Governo chiediamo coraggio, e un uso concreto dello strumento del debito per finanziare la ricostruzione, dentro un solco in cui l’Europa sia finalmente madre, non matrigna. Le parole di Mario Draghi hanno indicato una via.
A te, caro socio, chiedo di aiutarci ad aiutarti. Di partecipare, di fare della CNA una casa viva, una casa Tua, un porto sicuro, anche nella tempesta.
Con affetto
Daniele Parolo
Presidente CNA Lombardia